
Differenze Retributive e Recupero del TFR: Tutela per il Lavoratore
Hai lavorato duramente, ma ti sei accorto che qualcosa non torna nello stipendio? Non hai ricevuto gli straordinari, la tredicesima, o il TFR alla fine del rapporto di lavoro? Sei stato inquadrato ad un livello più basso rispetto alle mansioni effettivamente svolte? Se ritieni che il tuo datore di lavoro non abbia versato quanto ti spetta, è possibile recuperare tutte le somme dovute, anche in caso di rapporto lavoro non regolarizzato ed “in nero”.
Cosa sono le differenze retributive?
Le differenze retributive rappresentano la discrepanza tra la retribuzione effettivamente percepita e quella che sarebbe spettata al lavoratore in base al contratto collettivo nazionale (CCNL) applicabile, all’inquadramento professionale e all’orario di lavoro effettivo.
È frequente, infatti, che i lavoratori svolgano mansioni superiori rispetto a quelle previste dal contratto, senza ricevere il giusto riconoscimento economico. Allo stesso modo, accade che l’orario di lavoro effettivo ecceda quello contrattuale, generando straordinari non retribuiti.

Quando si ha diritto a richiedere le differenze retributive?
Il diritto nasce ogni qualvolta il datore di lavoro ometta di corrispondere l’importo dovuto in base al lavoro realmente svolto.
Anche i lavoratori a partita iva formalmente autonomi, ma sostanzialmente dipendenti possono agire per ottenere quanto previsto per la categoria di riferimento, agendo per ottenere la regolarizzazione di un rapporto autonomo solamente sulla carta.
Le differenze possono riguardare: paga base, straordinari, maggiorazioni, ferie non godute, indennità varie, tredicesima, quattordicesima e TFR.
Il diritto di richiederle si prescrive entro 5 anni dalla fine del rapporto di lavoro, il legislatore fornisce infatti ampia garanzia in favore del lavoratore, il quale può richiedere il pagamento di quanto spettante sin dall’inizio del rapporto.
Recupero Differenze retributive: come funziona?
Ottenere il pagamento delle differenze retributive può essere molto difficile, sia per calcolare la somma effettivamente spettante, sia per la ritrosia del datore di lavoro a corrispondere somme che ritiene non dovute, per questo è opportuno rivolgersi ad un avvocato esperto in diritto del lavoro.
L’intervento dello Studio Legale Avv. Andrea Centi inizia sempre con una valutazione del caso, dopodiché, una volta valutati i presupposti è sempre necessario inviare una diffida formale al datore di lavoro, nella quale si espongono le ragioni della richiesta e si allegano conteggi dettagliati delle somme dovute, o in alternativa riservandosi di fornirli più avanti.
Questi conteggi devono tenere conto di vari elementi:
- le mansioni effettivamente svolte rispetto a quelle previste dal contratto
- gli orari di lavoro eccedenti rispetto a quelli pattuiti
- eventuali straordinari non retribuiti
- ferie maturate e non godute
- tredicesime e TFR non corrisposti.
È fondamentale che il lavoratore sia in grado di documentare il proprio effettivo impiego:
- buste paga
- turni di lavoro
- eventuali comunicazioni aziendali
- ma soprattutto testimonianze di colleghi o ex dipendenti che possano confermare le circostanze lavorative.
Se il datore di lavoro non risponde alla diffida, il passo successivo è agire in Tribunale, presentando un ricorso al Giudice del Lavoro.
Se invece il datore riconosce il debito, è consigliabile procedere con una conciliazione in sede sindacale. Questo strumento consente di formalizzare l’accordo con pieno valore legale e di garantire il pagamento effettivo delle somme pattuite, riducendo i tempi e i costi di un eventuale contenzioso.
La conciliazione tutela il lavoratore da future contestazioni e rende immediatamente esecutivo l’accordo raggiunto.
Recupero del TFR: come funziona?
Il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) spetta a ogni lavoratore subordinato al momento della cessazione del contratto. In molti casi, soprattutto a fronte di crisi economiche aziendali, il TFR non viene pagato.
Innanzitutto, occorre sempre valutare un primo intervento tramite una diffida, dopodiché in mancanza del pagamento lo strumento più rapido per recuperare la liquidazione è il ricorso per decreto ingiuntivo, che richiede il supporto di documentazione come l’ultima busta paga, il CUD finale o la certificazione del credito.
Il miglior avvocato in materia di diritto del lavoro è in grado di recuperare le somme anche se l’azienda è insolvente o è fallita, è comunque possibile ottenere il TFR tramite il Fondo di Garanzia INPS, a condizione di aver esperito le azioni legali necessarie per accertare il credito.
Un’esperienza legale specifica per ogni settore
Ogni ambito lavorativo ha regole peculiari: il lavoro agricolo, il lavoro marittimo, il settore commerciale e terziario, i settori pubblici o sanitari. È fondamentale rivolgersi a uno studio legale che abbia una conoscenza approfondita delle dinamiche di settore, così da ricostruire con precisione il rapporto di lavoro e quantificare le spettanze maturate.
Come ti tuteliamo?
Lo Studio Legale dell’Avv. Andrea Centi assiste i lavoratori nella difesa dei propri diritti, sia in fase stragiudiziale che giudiziale.
Valutiamo gratuitamente la situazione, ricostruiamo il rapporto di lavoro e presentiamo, se necessario, ricorso al Giudice del Lavoro o decreto ingiuntivo per ottenere rapidamente le somme dovute. Quando occorre, ci attiviamo anche per il recupero tramite Fondo di Garanzia INPS.
Se sospetti che ti spettino somme non versate, non aspettare: il tempo gioca a sfavore e alcuni diritti si prescrivono. Contattaci subito per una consulenza riservata