L’ordinanza n. 1486/2025 della Corte di Cassazione segna un importante precedente in materia di affidamento dei figli dopo la separazione. La decisione sottolinea che il collocamento prevalente del minore presso la madre non può essere disposto in modo automatico, ma deve sempre basarsi su un’analisi concreta del rapporto tra genitori e figli.
Affidamento condiviso e collocamento paritario: cosa dice la legge
Negli ultimi anni, la giurisprudenza ha progressivamente rafforzato il principio della bigenitorialità, stabilendo che il figlio ha diritto a mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con entrambi i genitori. L’art. 337-ter del Codice Civile afferma che, in caso di separazione, il giudice deve adottare soluzioni che garantiscano la presenza di entrambi i genitori nella vita del figlio, salvo che ciò non sia contrario al suo interesse superiore.
Tuttavia, in molti casi i tribunali hanno continuato a privilegiare la madre come genitore prevalente, soprattutto quando il figlio è in tenera età. La recente ordinanza della Cassazione ribadisce che questa prassi non può essere applicata in modo indiscriminato e che ogni decisione deve basarsi su una valutazione concreta della capacità di cura e accudimento di entrambi i genitori.
Il caso esaminato dalla Cassazione
L’ordinanza n. 1486/2025 ha riguardato un padre separato che si è visto ridurre drasticamente i tempi di frequentazione con la figlia, a seguito della decisione della Corte d’Appello di collocare la minore prevalentemente presso la madre. La Corte d’Appello aveva giustificato la propria scelta affermando che la tenera età della bambina (tre anni) richiedeva un maggiore accudimento materno.
Il padre ha impugnato la decisione in Cassazione, sostenendo che tale scelta avesse ridotto ingiustificatamente il suo ruolo di genitore, comprimendo il suo diritto di visita a pochi giorni al mese e limitando la possibilità di creare un rapporto significativo con la figlia. La Cassazione gli ha dato ragione, evidenziando che:
- Il principio della bigenitorialità non può essere sacrificato in base a valutazioni astratte legate all’età del minore.
- La riduzione eccessiva dei tempi di frequentazione con il padre rischia di compromettere il rapporto genitoriale.
- Ogni decisione deve essere fondata su un’analisi concreta della relazione tra padre e figlio e non su criteri predefiniti.
Perché questa sentenza è importante per i padri separati
Questa pronuncia è particolarmente rilevante per tutti i padri separati che si vedono spesso relegati a un ruolo secondario nella vita dei propri figli. La Cassazione ha chiarito che il diritto del minore a mantenere un rapporto stabile con entrambi i genitori deve essere tutelato, evitando decisioni che limitano la presenza paterna senza una motivazione concreta.
Conclusione
La decisione della Cassazione rappresenta un passo avanti nella tutela del diritto dei padri separati a mantenere un ruolo attivo nella vita dei propri figli. L'affidamento condiviso e il collocamento paritario devono essere la regola, e ogni limitazione al diritto di frequentazione di un genitore deve essere adeguatamente motivata.
Se sei un padre separato e ritieni che il tuo diritto di visita sia stato ingiustamente limitato, è importante rivolgersi a un avvocato esperto in diritto di famiglia per tutelare i tuoi diritti e quelli di tuo figlio.
Avv. Andrea Centi
Avvocato & Blogger Giuridico
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